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Cicapui

Cicapui

di Luciana Littizzetto

Vediamo se arriva il messaggio: Quando una donna dice no è no!

Novembre 8th, 2017 | Alziamo il Sipario

Quando una donna dice no è no - Cicapui

Io sono contenta di essere una donna. Solo ogni tanto vorrei essere un uomo per dirmi “Ciao bella figa”.

Poi mi piacerebbe essere un uomo per fare la pipì in piedi e magari scrivere nella neve “Saluti da Bardonecchia”, oppure “La panettiera di via Cosmo usa solo lievito madre”. Anche a letto se fossi un uomo avrei meno preoccupazioni. Intanto penserei che clitoride è un filosofo greco e poi crederei a lei quando mi dice che le dimensioni non contano, l’importante è come lo usi. Senza capire che le donne si riferiscono al cervello ovviamente. Poi mi piacerebbe essere un uomo perché potrei mangiare un Calippo come mi pare senza sentirmi osservata da tutti, e perché parcheggerei meglio di come parcheggio e soprattutto potrei incazzarmi con mia moglie perché non trovo il borsone del calcetto mentre lei prepara l’arrosto, consola un’amica, allatta il figlio, compila il 740 e intanto cerca di capire quando è libero l’amante. Vorrei essere un uomo quando devo andare al bagno dell’autogrill… Guadagnerei mesi di vita! Ma soprattutto vorrei essere un uomo per comprarmi interi pacchi di calze e mutande, tre paia a un euro… e sentirmi lo stesso felice. Però sono contenta di essere una donna, anche se non mi vanno giù un sacco di cose.

Per esempio non mi va giù che il mio stipendio debba essere più basso di quello di un uomo del 45%… che se un maschio italiano più o meno ogni mese guadagna 1000 €, una donna ne guadagna più o meno 550. Perché? Perché io che sono una donna devo guadagnare di meno? I conti li faccio meno bene? Gli affettati li taglio meno bene di un uomo?
E poi ti dicono “Eh… ma va così”. Allora se va così io riduco tutto del 45%. Se faccio la casalinga il bagno lo pulisco solo a metà, se faccio la barista ogni tre clienti uno lo salto… e la sera a letto invece di fare 9 settimane e mezzo ne faccio 5 scarse e poi basta.

Sono contenta di essere una donna, ma non mi va giù che le donne che hanno avuto finalmente il coraggio di denunciare il loro compagno violento, poi non sono state protette. Non ce l’hanno fatta. Nonostante avessero già tante volte denunciato il proprio aggressore. Perché?

Perché bisogna sempre aspettare una pugnalata perché quelle merde vengano sbattuti in galera. Le donne ferite devono sentirsi protette e sicure da subito. Se loro fanno il primo passo, il secondo passo dobbiamo farlo noi. Io sono contenta di essere una donna, ma non ce la faccio a pensare che devo firmare una lettera di dimissioni in bianco se resto in cinta… e mi fa rabbia pensare che quando io vado in maternità, poi non sono più sicura di ritrovare la mia scrivania al ritorno.

Non mi va giù pensare quanto sia difficile, difficile… trovare un posto per mio figlio in un asilo nido. E non sopporto l’idea che se il mio capo allunga le mani io debba tacere per non perdere il posto. E faccio anche fatica a pensare che quando io donna dico no, il mio no debba essere diverso da quello di un uomo. Perché se una donna dice no ad un uomo che la molesta, c’è sempre, sempre la convinzione che se la sia cercata. Che in fondo sia stata colpa sua. Perché quando il dito indica il maiale c’è sempre qualcuno che indica la donna e le da della zoccola. Perché magari era vestita provocante, perché era sola in giro alle tre di notte, perché… se ti fai tre mojito poi non puoi pretendere.

Allora… vediamo se arriva il messaggio! Quando una donna dice no è no! Può aver detto si a 99 uomini e voi siete il centesimo, è no lo stesso! A qualunque età, in qualunque luogo e con qualunque tasso etilico. Anzi, se lei è ubriaca e tu la molesti sei ancora più stronzo. Nessuno ti dà il diritto di toccarla, di abusarla e di violentarla. Solo perché sei più grosso, più forte o hai più potere. Quando una donna dice no è no, esattamente come quando lo dice un uomo. E poi senti cosa ti dico… non sta scritto da nessuna parte che una donna per non subire violenze, debba essere un modello di virtù, purezza e buon senso.

Mettiamo che io voglia essere puttana. Ok? Devo decidere io con chi e non sei tu che mi costringi.

casa mika diritti monologo no discriminazioni violenza sulle donne

14 Comments

Luciana Littizzetto

Luciana Littizzetto

Cicapui è il fiore della bardana che si attacca e viene con te.

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14 Comments

  1. Avatar
    Giulia424

    8 Novembre 2017 / Rispondi

    ?? Luciana sei unica , questo monologo dovrebbe essere studiato e servire a tutti noi . Grazie per tutto quello che fai

    • Luciana Littizzetto
      Luciana Littizzetto

      9 Novembre 2017 / Rispondi

      Grazie a voi ?

  2. Avatar
    Lore

    8 Novembre 2017 / Rispondi

    “E faccio anche fatica a pensare che quando io donna dico no, il mio no debba essere diverso da quello di un uomo.” ???

    Bravissima!!!!

    Ps. Il tuo stilista Guidarelli è bravissimo, bella figa! ❤️

  3. Avatar
    Dede

    8 Novembre 2017 / Rispondi

    Brava, brava, brava ????????????

    La parte finale mi ha fatto venire i brividi e commuovere, bellissime parole, davvero. ❤ ❤ ❤ ❤

    Grazie ❤

    Ps: Bellissimo look ieri sera ? Stavi veramente bene ? Portati Guidarelli anche da Fabio ?

  4. Avatar
    Costanza Traversi

    8 Novembre 2017 / Rispondi

    “Quando una donna dice no è no! Può aver detto si a 99 uomini e voi siete il centesimo, è no lo stesso!“
    ??????????È una cosa sacrosanta!!! Siamo pieni di moralismi (falsi, tra l’altro)che irritano ancora di più della violenza… ci sono cose come queste che non hanno scusanti: sei stronzo! Senza se e senza ma!

    “Mettiamo che io voglia essere puttana. Ok? Devo decidere io con chi e non sei tu che mi costringi.”
    Preciso e conciso!

    Un abbraccio ?❤️

  5. Avatar
    Silvia

    8 Novembre 2017 / Rispondi

    bellissimo discorso, ma mi piacerebbe tu facessi riferimento anche a quelle specie di dizionari delle parole delle donne che significherebbe sempre dire il contrario di quello che dicono… Grazie

  6. Avatar
    Giada Da Rold

    8 Novembre 2017 / Rispondi

    Sei immensa Lucianina, sei la nostra portavoce, grazie!???
    Un abbraccio forte, ti voglio bene!??❤

    • Luciana Littizzetto
      Luciana Littizzetto

      9 Novembre 2017 / Rispondi

      ?

  7. Avatar
    Giorgiajole21

    8 Novembre 2017 / Rispondi

    Quanto sono vere queste parole! Bisognerebbe fare sempre il primo passo ma c’è anche la paura che ci travolge. Ci dobbiamo fare sempre coraggio ma è difficile.
    “Mettiamo che io voglio essere puttana. Ok? Devo decidere io con chi e non sei tu che mi costringi.”??? ❤️❤️❤️❤️

    • Luciana Littizzetto
      Luciana Littizzetto

      9 Novembre 2017 / Rispondi

      ❤️

  8. Avatar
    silvia

    8 Novembre 2017 / Rispondi

    Questo è quello che succede alle donne che denunciano.
    GLI TOLGONO I DUE FIGLI, MAMMA SCRIVE ALLA BOLDRINI
    Una mamma di Pordenone ha scritto una lettera alla presidente della Camera Laura Boldrini chiedendo che le vengano restituiti i figli per i quali il Tribunale ha disposto il collocamento in una struttura per minori. La donna afferma di essere unicamente vittima delle violenze dell’ex marito. Nella missiva, la donna -una dirigente, madre di due bambini – ricorda di essere stata vittima di schiaffi, pugni, calci, che le hanno provocato la rottura di un timpano e della mandibola. Violenze che sarebbero state anche di natura psicologica fino a diventare stolking: “Ho cercato di poter difendere me stesa e i miei figli – scrive- prima personalmente e poi denunciando alle forze dell’ordine e alla Procura della Repubblica, ma ancora una volta, come accade sempre più spesso nel nostro Paese, le istituzioni sono forti con i deboli e deboli con i forti. Nonostante tutto, il giudice ha disposto l’allontanamento anche da me dei miei bambini, che si trovano ora in una comunità.
    Quella donna sono io!

  9. Avatar
    Luli

    12 Novembre 2017 / Rispondi

    Forza Silvia ce la farai xké tu e i tuoi figli meritate il meglio e di meglio

  10. Avatar
    Mariella Russo

    18 Novembre 2017 / Rispondi

    Cara Luciana e care donne noi tutte, mi chiamo Mariella e sono una mediatrice familiare. Non so se questo è il posto giusto per scrivere questa mia richiesta di attenzione da parte delle autorità, le quali quando mi presento con le mie signore che scappano da casa per le violenze subite, si trovano poi a dover fare i conti con l’abbandono delle istituzioni perché non ci sono strutture a sufficienza per ospitare loro e magari anche le figlie. Vivo a Grugliasco in provincia di Torino, ma qui come in altre città non ci sono strutture per dare alloggio a chi fugge dalla disperazione. Il mio appello è aiutatemi a costruire un progetto per far si che questo grido silenzioso diventi un urlo che tutti possano sentire, perché è inaccettabile che non si riesca reperire fondi per questi soggetti deboli e poi si veda in tv lo sfarzo di riflettori che illuminano dove c’è già tanta luce. Luciana continua tu ti prego a dare luce al volto di queste donne e se ci uniamo possiamo farlo tutte insieme. Resto a vostra disposizione e grazie per questo spazio

  11. Avatar
    Silvia

    14 Dicembre 2017 / Rispondi

    Io questo Natale a causa di un giudice non avrò i miei bambini per Natale. Mamme vi prego abbracciateli e teneteveli stretti anche per me

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